A Palermo: li signuri, i putìari e i monsù
dal 7 all’11 dicembre
A Palermo esiste un’aristocrazia polverosa, intrappolata come una crisalide in un bozzolo di seta brillante ma ormai senza vita: a Palazzo Mirto e Palazzo Alliata di Villafranca entreremo in scrigni di rara bellezza, dove tuttavia gli arredi e le decorazioni parlano di una grandezza ormai irrecuperabile. Ma esiste anche una nuova nobiltà – di spirito, soprattutto – che ha rivitalizzato prestigiose residenze per restituirle alla città in veste nuova, come a Palazzo Butera, dove le eleganti sale settecentesche ospitano una sensazionale collezione di arte contemporanea. Il Novecento torna negli ambienti di Villa Cattolica a Bagheria, che dal 2017 custodisce le opere di uno dei cantori più celebri della sicilianità: Renato Guttuso.
Saremo accolti per una visita speciale nel lussureggiante chiostro del Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” e poi entreremo nella nuovissima Agorà del museo che ospita la ricostruzione di spettacolari porzioni di architetture magno-greche. Ma andremo anche alla scoperta dei putìari palermitani, cioè i negozianti e gli artigiani delle botteghe storiche della città, da Ata Shahidi, le cui sapienti mani restaurano tappeti orientali, alla famiglia Stagnitta che gestisce una delle più raffinate torrefazioni della città, senza dimenticare il magnetico Mimmo Cuticchio, erede della tradizione di pupari e cuntisti.
Ma Palermo è anche cultura gastronomica grazie ai monsù, i cuochi francesi presenti alla corte borbonica che con le loro contaminazioni culinarie hanno reso così speciale la cucina palermitana. E se a Palazzo Valguarnera-Gangi chiuderete gli occhi, potrete ballare un valzer con Burt Lancaster o Claudia Cardinale circondati da sontuose atmosfere gattopardesche!
Il viaggio sarà accompagnato dal dott. Stefano Saponaro, storico dell’arte
PROGRAMMA DETTAGLIATO